Missione Maggio 2015
- Lug 14, 2015
- By FO_AimAdmin
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Dal 9 al 23 Maggio del 2015, la FIMAC ha inviato una missione in Burundi composta dai chirurghi prof. Vincenzo Monti, dr. Pietro Ortensi, dr. Stefano Carbone e da un anestesista, il dr. Alfredo Antonucci.
Prima della partenza, le notizie che arrivavano dal Burundi non erano molto rassicuranti, in quanto nelle ultime settimane si erano svolte numerose manifestazioni contro il governo, con gravi incidenti e manifestanti uccisi. Nonostante ciò, l’equipe è partita con lo spirito di sempre e con anche un ecografo portatile di ultima generazione da donare all’ospedale di Bubanza.
All’arrivo, una Bujumbura spettrale ci ha accolti, con pochissime persone in giro per la città e piena di militari armati fino ai denti sparsi per le vie. Anche il centro di sanità di Rohero delle suore di Calcutta era stranamente semi vuoto, in quanto parte della popolazione è emigrata nei paesi limitrofi e le persone rimaste in città difficilmente si avvicinavano ad una zona pericolosa come quella di Rohero. Per fortuna, il sorriso delle suore che ci hanno accolto come sempre o anche più calorosamente di sempre ci ha dato la giusta carica per iniziare la missione.
Nelle due settimane passate a Bubanza, ci siamo dedicati totalmente alla gestione dei malati, con una trentina di interventi di chirurgia ortopedica maggiore e quasi un centinaio di visite mediche. Inoltre, abbiamo potuto seguire da vicino un giovane infermiere a cui era stata asportata la testa dell’omero e a cui poi è stata impiantata una artroprotesi inversa di spalla grazie alla collaborazione tra FIMAC Onlus, Andare Oltre Onlus rappresentata dal dr. Piero Petricca e la LIMA Corporate, nota azienda italiana di protesi di varie articolazioni. Quotidianamente, questo paziente ha eseguito un’ora circa di riabilitazione, passando da una spalla bloccata fino ad una più spalla con una articolarità più che soddisfacente.
Queste due settimane sono state intense e piene di lavoro come al solito; questa volta la fatica si è resa più pesante a causa della brutta atmosfera in cui versava e versa tuttora il Burundi, a causa di disordini politici, tentati colpi di stato, manifestazioni spente con colpi di arma da fuoco, morti e soprattutto con un degrado generale sempre maggiore, con beni di prima necessità come acqua e luce sempre più mancanti.
Non è questo quello di cui ha bisogno il Burundi. A nome di tutta la fondazione, speriamo che questa delicata situazione politica si risolva presto e soprattutto si risolva per il meglio della martoriata popolazione burundese.
Stefano Carbone